Se un lungo viaggio porta… la flebite
Sono soprattutto le donne a soffre di flebite, in particolar modo quando si deve affrontare un lungo viaggio o si svolge un lavoro sedentario. In genere ce la caviamo con qualche crampo e le gambe un po’ addormentate, ma in casi estremi si possono sviluppare anche seri problemi di salute. “La flebite, ovvero un disturbo vascolare che interessa principalmente gli arti inferiori durante i periodi di scarsa mobilizzazione…” spiega la dottoressa Maria Grazia Bordoni, Responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas “…può comparire nelle persone che passano molte ore ferme alla scrivania o in piedi.”
Migliorare la circolazione venosa
Il dolore che tende ad aumentare manifestandosi lungo il decorso della vena, la presenza di segni di tumefazione e arrossamento, possono colpire sia le vene più superficiali sia quelle più profonde ed essere associate alla formazione di trombi. Nei soggetti sani è possibile evitare il rischio di una flebite venosa profonda o superficiale, seguendo alcune sane abitudini come alzarsi dalla sedia ogni tanto, fare qualche movimento di flessione del piede e della gamba, camminare un po’ in ufficio oppure, durante un viaggio, camminare lungo il corridoio dell’aereo o del treno, fermarsi con l’auto per “sgranchirsi le gambe”.
Si possono fare esercizi a livello della caviglia e del piede allo scopo di attivare la cosiddetta “pompa muscolare”, cioè contrarre i muscoli per favorire il flusso di sangue nelle vene. Basta sollevare le dita dei piedi e poi il tallone contraendo il polpaccio, ripetendo questi movimenti più volte in maniera periodica.
Anche una buona e costante attività fisica, aiuta a migliorare la circolazione venosa del sangue e riduce le probabilità che insorga una infiammazione dei vasi. In caso di immobilità forzata, però, come può accadere per un trauma o un intervento, sarà il medico a suggerire la migliore profilassi che può includere l’uso di calze elastiche e la somministrazione di farmaci anticoagulanti in dose e modalità specifiche per ciascuna situazione.
Le donne in gravidanza possono volare?
Durante la gravidanza il rischio di trombosi aumenta di 5 volte: si verifica in media un caso su 1.000. Per questo viene suggerito di non effettuare viaggi aerei in gravidanza a donne che potrebbero richiedere cure urgenti. Per ridurre il rischio si raccomanda di mettere le calze elastiche, muovere le gambe periodicamente, uscire dai sediolini, camminare per qualche minuto e idratarsi.
Condizioni di rischio
Tra le condizioni che favoriscono l’insorgenza dell’infiammazione delle vene c’è sicuramente il sovrappeso, la sedentarietà obbligata a seguito di un intervento chirurgico oppure la prolungata permanenza in posizione seduta, come ad esempio durante un viaggio aereo della durata di molte ore, e quelle patologie che alterano la circolazione sanguigna.
Anche l’assunzione dei contraccettivi orali e la gravidanza sono fattori di rischio di flebite.
La presenza di varici, di vasi dilatati e con scarsa elasticità di parete, predispone all’insorgenza di flebiti superficiali, specie con la stagione calda e durante periodi di scarsa mobilizzazione. In questi casi l’uso di calze elastiche adeguate e il mantenimento di una buona e costante attività fisica, migliorano la circolazione venosa del sangue e riducono la possibilità di una infiammazione dei vasi.
Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico