Che bello giocare sulla sabbia! Ma attenti alle infezioni
Giocare sulla sabbia è divertentissimo per i bambini e per questo non bisogna privarli di questa bella esperienza. Ma la sabbia può provocare anche fastidi alla pelle dei più piccoli. Quali? E come evitarli? Ce lo spiega Maya El Hachem, responsabile dell’Unità Operativa di dermatologia presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Quali disturbi può provocare la sabbia alla pelle dei bambini?
I disturbi possono essere di due tipi: irritativi o infettivi. Le irritazioni si hanno principalmente perché la sabbia, con la sua consistenza granulosa, va a sfregare la pelle, resa già più fragile dal sudore che indebolisce la sua barriera superficiale. In più sulla sabbia, soprattutto se umida, possono esser presenti acari che, con le loro micro punture, irritano la pelle delicata del bambino. Sono dermatiti non gravi ma che possono provocare prurito e, se il bambino si gratta, si possono infettare.
Consigli per prevenire infezioni sulla sabbia
Sciacquare spesso il bambino quando suda o gioca con la sabbia
Tenere corte le unghie, perché sotto le unghie i germi si annidano più facilmente
Curare dermatiti e punture di insetto, anche con pomate al cortisone (senza paura!), che alleviano il prurito ed evitano che il bambino si gratti e infetti le lesioni
Adoperare ciabattine ed asciugamani personali
Cambiare il costumino dopo il bagno
Mantenere la pelle integra, applicando creme solari durante il giorno ed idratando la pelle la sera
Quali sono le infezioni provocate dalla sabbia?
La più frequente è l’impetigine, un’infezione batterica superficiale che può insorgere sia su cute sana sia per infezione di lesioni già presenti, provocate ad esempio da dermatite o da punture di zanzare.
Come riconoscere l’impetigine?
Si vede una lesione rotonda a stampo, come se fosse una scottatura da sigaretta; la pelle appare spellata e leggermente umida, con vescicole o bolle superficiali che si rompono presto e presto si ricoprono di croste. L’impetigine si diffonde molto rapidamente, soprattutto per auto contagio: il bambino cioè, grattandosi si può infettare e, toccandosi in altri punti del corpo, propaga l’infezione altrove ed ecco che in pochissimi giorni le lesioni da impetigine si moltiplicano.
Se un genitore vede una simile lesione, deve coprirla con un cerotto, meglio ancora con una garza e una retina, che evitano il propagarsi dell’infezione, dopodiché occorre rivolgersi al medico per avere una diagnosi certa.
Come si cura l’impetigine?
Le lesioni vanno disinfettate e, trattandosi di batteri, curate con crema antibiotica, da applicare due volte al giorno sulle lesioni che si possono coprire, altrimenti anche tre volte al giorno, fino alla completa guarigione. Le croste vanno tenute coperte sia per evitare il contagio, sia per favorire l’assorbimento della pomata, sia per prevenire l’ulteriore inquinamento da parte di altri agenti esterni.
Quando le lesioni sono numerose o in zone delicate come il viso, che è difficile da coprire, oppure quando il bambino ha già malattie preesistenti che rendono più debole il suo sistema immunitario, può essere necessario un antibiotico orale. In ogni caso la terapia antibiotica orale deve sempre essere decisa e prescritta dal medico. Anche se il bambino prende l’antibiotico orale, deve continuare ad applicare la pomata sulle lesioni.
La sabbia può veicolare anche infezioni da funghi?
Sì, soprattutto la tigna, un tipo di fungo favorito dalla presenza di animali infetti sulla sabbia.
Come si riconosce la tigna?
All’inizio si presenta come un piccolo rilievo rosso, che lentamente si allarga guarendo al centro e assumendo una forma anulare, cioè di anello rosso nel contorno e con cute quasi sana al centro, con qualche squametta superficiale. La tigna può anche colpire il cuoio capelluto ed in tal caso provoca caduta dei capelli (alopecia) a chiazze. La diffusione è molto più lenta rispetto all’impetigine: se per vedere 3-4 chiazze di impetigine bastano pochissimi giorni, per vederne 3-4 di tigna occorrono circa 20 giorni! Anche la tigna è molto contagiosa.
Come si cura la tigna?
Con pomate antimicotiche da applicare sulle lesioni; se è interessato il cuoio capelluto, si usano lozioni specifiche. Come nel caso dell’impetigine, deve essere il medico a stabilire la natura dell’infezione e decidere il tipo e la durata della cura, che è in genere molto più lunga rispetto a quella dell’impetigine e che va protratta fino alla completa scomparsa delle manifestazioni. Anche in questo caso le lesioni vanno coperte, per le stesse ragioni indicate per l’impetigine.
Fonte: www.nostrofiglio.it
Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico