Terremoto antibiotici. Salviamo la flora!
Il microbiota umano, comunemente chiamato flora intestinale, è l’insieme di microorganismi che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo. Gli antibiotici, come un vero e proprio terremoto distruggono la comunità dei microrganismi intestinali, ne compromettono la numerosità, la composizione e la funzionalità con ripercussioni negative sull’efficienza del sistema immunitario.
L’antibiotico salva la vita, ma non troppo
Gli antibiotici hanno cambiato radicalmente la cura delle malattie infettive di origine batterica; infatti grazie al loro utilizzo, patologie altrimenti mortali o fortemente invalidanti vengono trattate con successo; inoltre, l’antibioticoterapia ha reso possibili e sicuri interventi terapeutici ad alto rischio infettivo quali la chirurgia, la dialisi, la chemioterapia antitumorale. Grazie agli antibiotici, milioni di vite umane vengono salvate ogni anno nel mondo.
Come per un qualsiasi altro farmaco, gli antibiotici, oltre ai benefici terapeutici, comportano una serie di rischi per chi li assume e solo il medico, a fronte di una diagnosi di malattia infettiva batterica o di alto rischio infettivo, può stabilire la necessità di ricorrere alla terapia antibiotica, che verrà prescritta se i benefici della cura superano i rischi associati alla stessa.
Terapia a rischio per te e per la comunità
I principali rischi che si accompagnano alle più comuni terapie antibiotiche sono le reazioni allergiche, le interazioni con altri farmaci, l’aumentato rischio di infezioni fungine (da Candida) o da batteri intestinali (Clostridium difficile) dovute all’indebolimento del sistema immunitario per gli effetti dannosi degli antibiotici sul microbiota.
Usare male un antibiotico prescritto dal medico, ovvero non rispettare i modi e i tempi di assunzione indicati (per esempio: ridurre le dosi, saltare qualche assunzione, interromperne l’uso prima del tempo) compromette la guarigione del paziente e danneggia la comunità intera; tali comportamenti, infatti, sono in grado di selezionare ceppi batterici resistenti che saranno causa di ulteriori infezioni nel paziente stesso e nella comunità curabili con maggiori difficoltà e con antibiotici via via meno maneggevoli.
Gli antibiotici distruggono anche i batteri buoni
Assumere un antibiotico in assenza di indicazione clinica, ad esempio per infezioni di natura virale quali l’influenza o il raffreddore, è un uso altrettanto improprio; oltre a non essere di alcun beneficio, determina solo gli eventi indesiderati e contribuisce a selezionare ceppi batterici resistenti all’antibiotico stesso.
Numerose evidenze scientifiche confermano che gli antibiotici sono causa di disbiosi, ovvero di alterazioni delle specie batteriche e di compromissione della funzione del microbiota; gli antibiotici di uso più comune riducono del 30% circa la quantità dei batteri presenti nell’intestino con impoverimento della diversità di specie.
L’impatto negativo sul sistema immunitario
Una volta che il trattamento antibiotico è terminato, il microbiota va incontro a una ripresa che tuttavia è lenta (mesi o addirittura anni) e parziale (non viene a ripristinarsi la stessa varietà di specie batteriche presenti prima della terapia antibiotica, ma solo di alcuni dei ceppi preesistenti) con una compromissione del sistema immunitario e una condizione di aumentata sensibilità alle infezioni.
L’impatto negativo sul sistema immunitario è ancor più invalidante se si realizza nella prima infanzia, periodo critico per la maturazione del sistema immunitario e per lo sviluppo della tolleranza immunologica; molti casi di malattie allergiche, infiammatorie e autoimmuni sono risultati associati, infatti, alla disbiosi in fase neonatale per uso massiccio e continuativo di antibiotici.
Come limitare i danni
Per limitare i danni associati alla condizione di disbiosi, in particolare per prevenire le infezioni associate a compromissione immunitaria, una strategia di intervento è basata sull’uso di probiotici, ovvero sull’assunzione di microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono all’ospite benefici in termini di salute.
I probiotici, infatti, sono usati con l’obiettivo di ripristinare e di migliorare un microbiota impoverito dall’attacco antibiotico.
La letteratura medica documenta che tale approccio, basato sull’uso di varie specie Lactobacillus, si è dimostrato efficace in un’ampia gamma di disturbi gastrointestinali a impronta diarroica.
La lotta ai batteri patogeni con l’utilizzo degli antibiotici è un fatto irrinunciabile e attualmente insostitubile della terapia medica; dall’altro lato, i danni che questo comporta nei confronti del microbiota intestinale, non possono essere ignorati e richiedono un intervento attivo volto a minimizzare i rischi. Con il ricorso a probiotici adeguati è possibile intervenire efficacemente per ripristinare al meglio qualità e funzionalità del microbiota intestinale.
Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico