Super attak per sigillare le ferite
Sapevi che il Super Attak non serve solo a riparare i cocci ma anche a sigillare le ferite?
Chi è affetto dalla sindrome delle mani di pastafrolla ha un’aspettativa di vita molto limitata. Di solito, infatti, dopo aver mandato in frantumi l’ennesima ceramica o terracotta di grande valore, il malcapitato va incontro a morte violenta per mano di qualche amico o di un familiare.
Purtroppo, la scienza medica non ha ancora trovato una cura per questa malattia. L’unico modo che il paziente ha per sopravvivere è raccogliere accuratamente i cocci e i frammenti, e cercare di rimetterli assieme prima che qualcuno si accorga del disastro. Strumento indispensabile di questa delicata operazione è il Super Attak.
Cosa rende il Super Attak così potente
L’ingrediente che rende il Super Attak così potente è una molecola chiamata cianoacrilato, la cui principale caratteristica è quella di polimerizzare con estrema facilità.
Con il termine polimerizzazione si intende la reazione chimica che porta alla formazione di una catena polimerica, ovvero di una molecola costituita da molte parti uguali che si ripetono in sequenza.
La polimerizzazione delle molecole di cianoacrilato
A dire il vero, finché rimangono chiuse nel loro tubetto, le molecole di cianoacrilato fanno una vita piuttosto solitaria. Quando ne vengono fuori però si trasformano, in seguito all’incontro con qualcosa che ne innesca la polimerizzazione.
Questo qualcosa di solito è una molecola con una carica negativa, cioè con un elettrone che le avanza, che si trova su una delle due superfici da incollare.
Il cianoacrilato, che possiede a una delle sue estremità una piccola carica positiva, prova per l’elettrone una grande attrazione, per altro ricambiata.
Niente quindi può ostacolare la loro unione, che avviene in maniera piuttosto irruenta, e lascia le due molecole indistricabilmente incastrate.
Il cianoacrilato, quindi, adesso è saldamente agganciato alla superficie.
La passione secondo le molecole
La carica elettro-erotica però non si è affatto esaurita: si è solo spostata. Dopo aver attraversato l’intera molecola di cianoacrilato, l’elettrone spunta fuori dalla parte opposta, che si carica negativamente. Questo attira le attenzioni di un’altra molecola di cianoacrilato (ancora libera), che si getta con slancio sulla carica negativa, rimanendo anche lei incastrata. La scena continua a ripetersi: una a una, le molecole di cianoacrilato si incastrano una dentro l’altra come carrelli della spesa, formando un lunghissimo trenino (o polimero) che, legato a una delle superfici da incollare, continua ad allungarsi finché non si aggancia alla superficie opposta.
In questo modo, tenuti assieme una fitta rete di polimeri di cianoacrilato, i due frammenti rimangono incollati per la vita.
L’intera reazione avviene in pochissimi secondi; talmente pochi che è quasi un miracolo che si riesca a far combaciare in maniera decente le due parti prima che si incollino (e infatti non ci si riesce quasi mai).
Una colla per la pelle
Le colle universali istantanee, quelle che incollano tutte le superfici in pochi secondi, sono così efficaci che incollano senza problemi anche la pelle e gli altri tessuti biologici, come sanno benissimo tutti quelli che si sono ritrovati qualche volta con le dita (o peggio ancora, con le palpebre) incollate dall’Attak. Le colle a base di cianoacrilato, infatti, sono fatte da monomeri di cianoacrilati, composti chimici che hanno bisogno di umidità per reagire, cioè per aggregarsi in polimeri e solidificarsi.
Perché la reazione avvenga è sufficiente l’umidità dell’aria o quella presente direttamente sulle superfici da incollare. La nostra pelle presenta sempre un certo grado di umidità e questo spiega perché la colla attacca così bene alle dita.
In questi casi, il pericolo maggiore è il panico: se ci si agita e si cerca a tutti i costi di staccare le parti incollate, infatti, si rischia di tirare via qualche pezzo di carne. La cosa più saggia, invece, è mantenere la calma e aspettare che si stacchino da sole (o magari aiutarle con acqua calda e sapone, oppure olio).
I polimeri di cianoacrilato, infatti, sono biodegradabili: alcuni enzimi presenti nel nostro corpo riescono a sfoltirli abbastanza da renderli solubili, il che ne permette l’eliminazione attraverso i reni (cioè nella pipì).
Il Super Attak può essere comunque irritante (soprattutto se respirato) o causare reazioni allergiche.
La supercolla per suturare le ferite
Esistono altre colle della famiglia dei cianoacrilati, che funzionano bene come il Super Attak e sono quasi del tutto atossiche. Per quanto possa sembrare strano, queste colle vengono utilizzate ormai da decenni in medicina, per incollare i lembi delle ferite. Già dagli anni sessanta, il cianoacrilato veniva usato per curare le ferite; durante la guerra in Vietnam gli infermieri militari usavano questo metodo per chiudere piccole ferite che in ambienti a rischio come quelli tropicali potevano portare facilmente ad una infezione.
Gli adesivi a base di cianoacrilati rappresentano quindi un importante strumento per la chiusura delle ferite, poiché, a differenza di altri dispositivi, formano una barriera antimicrobica e un bendaggio occlusivo. Si usano al posto dei punti, e con parecchi vantaggi: non hanno bisogno di buchi (quindi non lasciano segni e sono meno dolorose); funzionano molto rapidamente; e in più evitano di dover tornare una seconda volta per farsi togliere i punti.
Una versione spray di queste colle è entrata addirittura a far parte del kit di sopravvivenza del perfetto soldato tecnologico: una semplice spruzzatina permette di bloccare il sanguinamento delle ferite, anche di quelle più ostiche, in pochi secondi.
Non provate a usare il Super Attack sulle ferite!
I materiali usati oggi a questo scopo sono molto diversi dal cianoacrilato che compone il Super Attack e altre supercolle in commercio. In particolare questo tipo di colla ha grossi svantaggi:
quando asciuga, il cianoacrilato rilascia calore che potrebbe danneggiare i tessuti
mentre secca, rilascia cianoacetato e formaldeide che irrita gola, occhi e polmoni
può provocare intenso bruciore
una volta seccato tende ad indurirsi, irrigidendo la pelle circostante
In situazioni di estrema emergenza
Ipotizziamo di non avere nell’immediato metodi migliori a disposizione e di avere la stringente necessità di dover ripiegare sulla colla. Magari siete in montagna, su una pista lontana dalle strade percorribili, si è scaricato il telefonino… insomma, meglio se restavate a casa!
Non sono molte le situazioni in cui la supercolla può darci una mano, ma per fortuna queste sono anche le più comuni. Si tratta dei casi in cui:
la ferita è poco profonda (pochi millimetri)
il taglio è lineare pulito
Chiusura della ferita usando il cianocrilato
Le ferite cutanee caratterizzate da una tensione non eccessiva (i bordi sono ravvicinati senza bisogno di forti trazioni) possono essere riparate congiungendo i lembi mediante un adesivo cutaneo.
Mai usare la colla sulla pelle più sensibile: viso, collo, vicinanze degli occhi. Mai sui tagli profondi o su quelli che stanno continuando a sanguinare. Mai usarlo su ferite infette o che non siano state adeguatamente pulite e disinfettate, e questo in particolare modo se si tratta di punture di insetti o morsi di animale in genere.
Come si procede
disinfettare perfettamente la ferita
aspettare che la ferita abbia smesso di sanguinare
avvicinare i lembi della ferita (meglio se si è in due a farlo)
applicare la colla “per piccoli punti” partendo dalla metà della ferita e poi via via procedere sulle metà successive
non applicare uno strato esteso di colla (“a pennello”)
non mettere mai il cianoacrilato all’interno della ferita. nel tentativo di chiuderla dall’interno
mai strofinarsi gli occhi dopo o durante l’operazione
Se si fa tutto da soli e si è obbligati a usare una sola mano per tenere i lembi, fate attenzione e procedete un centimetro alla volta, in modo da non dover lasciare la presa prima della essiccazione rischiando di ritrovarsi con i lembi non accostati o per non rischiare di incollare anche le dita alla ferita.
A questo punto ovviamente resta comunque necessario recarsi al pronto soccorso appena possibile: sarà infatti necessario far controllare a personale medico qualificato lo stato della ferita e il tipo di cure necessario.
Fonte: Biocomiche – Prepper
Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico