I cerotti dell’anima, i tranquillanti
Le benzodiazepine non sono “Cerotti dell’anima”, come li ha battezzati qualcuno. Sono farmaci che comunemente conosciamo come tranquillanti o sedativi o ansiolitici, dall’azione rapida nel calmare ma anche di limitata durata. Non sono una terapia da continuare nel tempo. I loro nomi commerciali sono ultra noti, tipo Xanax o Lexotan o Tavor…
Nonostante gli avvertimenti da parte delle autorità mediche e del farmaco contro un uso prolungato delle benzodiazepine, soprattutto nel caso degli anziani, questa pratica resta diffusa col rischio – specie tra quanti hanno un’età elevata – di incidenti stradali, cadute, rottura del femore o dell’anca, e altri effetti collaterali.
Rapporto rischi/benefici
Il paziente ha davvero bisogno di questi farmaci? Perché se per esempio soffre di attacchi di panico, non controlla l’agitazione ansiosa, deve continuare comunque a prenderli. Quali dei due rischi è maggiore?
Dichiara il professor Andrea Fagiolini, ordinario di Psichiatria dell’Università di Siena: «Se usate ad alte dosi, dopo un po’ le benzodiazepine perdono potere, quindi sono necessarie dosi sempre più alte per avere il solito effetto, fino a un punto in cui funzionano solo 1-2 ore dopo la somministrazione, lasciando poi il paziente più ansioso di prima»… «Se le benzodiazepine vengono usate a dosi basse, o vengono usate a dosaggi alti per periodi di tempo molto limitati, sono farmaci utili e efficaci per molti pazienti»… «Il problema sono coloro che assumono questi farmaci ad alti dosaggi e per lunghi periodi, a volte auto-prescrivendoseli. In questi casi, il rischio di “dipendenza” e di “tolleranza” è molto elevato, e con esso elevato anche il rischio di avere importanti effetti collaterali o, comunque, più danni che benefici».
La chiave è quindi proprio l’auto – prescrizione. Rivolgetevi sempre al vostro medico di fiducia o allo specialista per evitare il rischio grave di dipendenza.
Fonte: fondazioneveronesi.it
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