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L’elemento indispensabile

L’elemento indispensabile

L’acqua è l’elemento indispensabile alla vita. Ogni organismo vivente sul pianeta dipende da questo elemento fondamentale di cui non si può fare a meno.

Siamo fatti d’acqua

Il corpo umano di un adulto è composto da circa il 70% di acqua, mentre quello di un neonato arriva a sfiorare l’80%. Crescendo il tenore d’acqua si riduce progressivamente fino a circa il 50% nella terza età. Del resto lo si vede bene: negli anziani la pelle si presenta più secca e meno elastica, i tessuti sono meno lisci e tesi, il segno di una pressione esercitata dal pollice sulla pelle rimane più visibile a lungo. L’età biologica della pelle di tutto l’organismo si determina facilmente dal suo stato di idratazione.

L’acqua non produce calorie e non ha funzioni energetiche, ma è in assoluto l’elemento più importante e indispensabile per la vita.
Si può sopravvivere per settimane senza mangiare, mentre non si può resistere più di qualche giorno senz’acqua. La perdita di una percentuale anche del 10% di questo vitale elemento comporta pericoli molto seri per il nostro organismo.
È facile allora intuire l’importanza dell’acqua per un perfetto funzionamento dell’organismo umano, per il mantenimento delle sue funzioni biologiche e delle strutture organiche.

Un patrimonio per la salute

Tutti i sistemi organici sono in contatto con l’acqua: quello circolatorio, urogenitale, respiratorio, digestivo, ma anche quello nervoso e sensoriale; ognuno di essi è a suo modo dipendente dall’acqua; ma anche il tessuto dipende da esso così come ogni piccola cellula è ” acquadipendente “.
L’equilibrio tra la quantità d’acqua presente all’interno delle cellule e quella dei suoi costituenti inorganici (sali ed elettroliti) deve rimanere costante. Qualsiasi variazione per difetto o per eccesso può mettere in immediato pericolo di vita la cellula. Nel corpo umano, la quantità di acqua e di sali necessaria a mantenere intatto il patrimonio idrico cellulare è pari alla quantità d’acqua e di sali perduta giornalmente dall’organismo con i normali processi metabolici, con le urine, con i rifiuti intestinali, con il sudore e con la respirazione.
Generalmente lo stimolo della sete e il suo appagamento sono meccanismi sufficienti, in condizioni normali, a mantenere un sufficiente equilibrio idro-elettrolitico del nostro organismo.

Quando se ne va in sudore

L’acqua è responsabile della termoregolazione del nostro corpo: evaporando sulla superficie cutanea e polmonare determina la perdita di circa il 25% del calore prodotto dal nostro corpo. Per abbassare la temperatura corporea , il meccanismo più efficace è certamente quello dell’evaporazione. Non bisogna però confondere la sudorazione con l’evaporazione, che è il vero artefice della termoregolazione, mentre l’altra è solo la prima fase del processo.

Quando la temperatura corporea sale, quasi immediatamente la quantità di sangue che arriva alla cute aumenta e le ghiandole sudoripare vengono stimolate ad emettere goccioline di sudore. Queste, una volta all’esterno, se le condizioni climatiche lo permettono, evaporano e con ciò rubano calore al corpo.
Se accade che l’ambiente esterno sia troppo umido o che sia scarsa la ventilazione, anche l’evaporazione è ostacolata e, come conseguenza, le ghiandole sudorifere continuano a produrre sudore nel tentativo, non efficace, di abbassare la temperatura, aumentando così la quantità di acqua e sali persi. Questo è il meccanismo che ci fa sentire più caldo quando il tempo è molto umido.

I meccanismi della disidratazione

Quando non si fornisce all’organismo la quantità giusta d’acqua e questo ne continua ad eliminare dalla pelle, dai polmoni e dai reni, siamo di fronte a perdite di acqua che, se non reintegrate, creano un aumento della concentrazione dei composti inorganici (sali e ioni) fra cellula e cellula. Per ristabilire l’equilibrio, le cellule rispondono a quest’eccessiva concentrazione esterna liberando acqua e provocando così la loro disidratazione.
Si realizza pertanto una perdita idrica pura, senza cioè una parallela perdita di elettroliti. In queste condizioni si crea uno stato d’allarme, vale a dire che l’organismo richiede acqua e nel frattempo cerca di compensarne in qualche modo la perdita. Quando l’acqua perduta raggiunge il 20% del peso corporeo, si avverte lo stimolo della sete e le urine diventano più concentrate: così si risparmia acqua e si eliminano gli elettroliti in eccesso dai distretti extracellulari.

Se non si introduce acqua nell’organismo entro breve tempo, va in funzione un ormone ipofisario, detto antidiuretico, che determina una netta riduzione dell’urina con l’intento di conservare il più possibile acqua all’organismo. Si crea così una situazione molto critica, con pericolo serio per la vita.

Un’opposta condizione di intossicazione da acqua della cellula, l’iponatriemia, è un disturbo elettrolitico in cui la concentrazione del sodio nel plasma è più bassa del normale.e avviene in caso di eccessiva perdita di liquidi compensata in modo sbagliato.
Quando si suda abbondantemente e si beve molta acqua senza che in essa siano presenti sufficienti quantità di elettroliti persi con la sudorazione, si riduce ancor di più la concentrazione dei sali negli spazi extracellulari, per cui l’acqua tende a penetrare nell’interno della cellula, al fine di equilibrare la concentrazione dei sali intra ed extracellulari; nonostante alcuni meccanismi di compenso, un eccesso di acqua può quindi provocare la morte della cellula.

Acqua minerale e acqua potabile

Più della metà delle acque minerali in commercio non offrono nulla in più rispetto all’acqua potabile e alcune di esse contengono addirittura sostanze indesiderate. La notevole differenza sta invece nei prezzi, la nostra acqua potabile è mille volte più economica.
Bere acqua minerale in effetti non ha senso dal punto di vista ecologico: dall’imbottigliamento e l’imballaggio fino agli innumerevoli percorsi che una bottiglia fa, molta è l’energia che viene sprecata con il conseguente danno per l’ambiente. Con questi svantaggi l’acqua minerale dovrebbe offrire qualcosa di più che quella del rubinetto. Si consiglia quindi di bere acqua minerale che abbia effettivamente un elevato contenuto di minerali, altrimenti bevete quella dal rubinetto se potabile.

Consigli per bere l’acqua potabile con il massimo del piacere

Prima di berla lasciare sempre scorrere l’acqua, soprattutto se il rubinetto non è stato utilizzato per parecchio tempo. In questo modo viene eliminata l’acqua “stagnante” nelle tubature; nel bicchiere deve arrivare solo acqua nuova e fresca direttamente dall’azienda idrica.
Dopo le vacanze o quando si entra in una casa per le vacanze dopo molto tempo è opportuno sciacquare a accuratamente i rubinetti lasciando scorrere l’acqua.
L’acqua dovrebbe essere bevuta per quanto possibile appena prelevata dal rubinetto, solo così ha il sapore migliore.

 

Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico

 

Fonte: amibike.com – Dott. Andrea Ferella

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